Una buona notizia: ristrutturare l’intesa di coppia è possibile!
Tempo fa, abbiamo parlato della sfida del primo anno di vita insieme. In questo post, invece, consideriamo alcuni aspetti che aiutano a ricostruire il rapporto di coppia.
Si tratta di prime indicazioni che considerano l’obiettivo da perseguire e cosa fare di pratico attraverso la comunicazione, la condivisione del benessere e il mantenimento dei benefici raggiunti.
Se entrambe le persone vogliono sinceramente migliorare il rapporto di coppia, ci sono buoni presupposti per tentare di ristrutturarlo.
Quale obiettivo scegliere per ristrutturare l’intesa di coppia?
Le crisi fanno parte della vita, inclusa la vita di coppia.
Quando le crisi avvengono, spesso le persone coinvolte sentono un minestrone di emozioni intense (paura, rabbia, delusione, ecc.). L’impatto di ciò che si prova è forte e ci si chiede come andare avanti e se vale la pena.
Nella maggior parte dei casi, almeno nei primi periodi, si tratta di emozioni che nascono dal sentimento di nostalgia per i bei tempi passati. Si constata che le cose sono cambiate.
Questi sentimenti sono naturali.
Il ricordo dei bei momenti insieme valorizza i lati positivi della relazione. Inoltre può essere utile per non farsi condizionare da sentimenti disfattisti che favoriscono soluzioni impulsive. Allo stesso tempo, la nostalgia e le emozioni ad essa legate, attraverso il melessere che sentiamo, ci richiedono di trovare una soluzione. Questo groviglio emotivo spesso fa nascere un desiderio: far tornare le cose a come erano prima.
Tuttavia, nessuno possiede una macchina del tempo.
Quindi, tornare indietro è impossibile. È impossibile anche tornare ad avere un rapporto come prima. La crisi, infatti, segnala proprio che i/le partner non sono più le stesse persone. L’esperienza di vita si è arricchita e non è possibile né consigliabile cancellare dalla propria memoria ciò che si è vissuto.
L’obiettivo del lavoro, dev’esser chiaro, non sarà mai ritornare alla condizione perduta. L’idea di ricostruire qualcosa come era prima non funziona.
Funziona meglio ampliare il proprio progetto di coppia, lavorando insieme per creare un nuovo equilibrio che dia benessere. La coppia deve provare a usare ogni periodo di crisi per evolvere.
Questo lavoro, solitamente, richiede di puntare a un obiettivo, che è anche il titolo di questo post: ristrutturare l’intesa di coppia.
Quali azioni pratiche aiutano a ristrutturare l’intesa di coppia?
Trovato l’accordo sull’obiettivo, è utile darsi da fare. Tuttavia, in molti casi, il problema è pratico: cosa fare?
Il vecchio “progetto” di coppia, ovviamente, non viene buttato. L’idea di ristrutturare l’intesa di coppia è proprio questa.
A livello pratico, tuttavia, è necessario arricchire il rapporto di coppia facendo attenzione ad almeno tre aspetti fondamentali: comunicare in modo sicuro; condividere il benessere; mantenere i benefici.
Come comunicare in modo sicuro?
Solitamente, la ristrutturazione dell’intesa richiede di riconoscere e accettare che i problemi non dipendono dalle singole personalità. I problemi nascono da una gabbia comunicativa che imprigiona la coppia in abitudini disfunzionali.
Questa gabbia comunicativa nasce perché entrambe le persone hanno contribuito a costruire i limiti comunicativi che la coppia vive. Nel tempo, infatti, la coppia ha formato il proprio contesto comunicativo, con le proprie regole. Se questo contesto è disfunzionale, il rapporto di coppia nel tempo ne risente perché, man mano che la coppia evolve, l’intimità (psicologica e fisica) viene stritolata o ferita.
Rispetto al comunicare, quindi, sarà importante imparare a parlare apertamente delle difficoltà, senza giudicarsi né giudicare l’altra persona, mettendo da parte i principi.
Ad esempio, uno di questi principi è la convinzione che per esser persone sincere, sia necessario comunicare tutto ciò che passa per la testa. Il più delle volte, questo modo di comunicare giustifica comportamenti poco adeguati e utili per la comunicazione chiara e diretta come attaccare, ferire o mortificare l’altra persona con le parole. Questo tipo di comunicazione non è sinonimo di sincerità ma di impulsività e di poca cura del proprio benessere e quello della persona amata.
È quindi utile impegnarsi per individuare insieme gli elementi comunicativi che creano barriere al viver bene, riconoscendo anche le emozioni che sono amplificate e i bisogni che sono in qualche modo penalizzati dalla comunicazione adottata, al fine di prendere provvedimenti che aiutino a migliorare le cose.
Come condividere il benessere?
Per poter funzionare bene, la coppia ha bisogno di alimentare e favorire sentimenti di sicurezza all’interno della relazione, condividendoli in modo da alimentare le risorse positive della coppia.
Condividere il benessere, quindi, richiede di mettere in campo un lavoro personale. Ognuna delle due persone deve far attenzione a creare una base relazionale orientata alla calma e alla costruzione di un legame protettivo.
Si tratta di un compito difficile da realizzare, perché spesso le persone sono maggiormente abituate a condividere accuse o rabbia all’interno delle relazioni intime.
È importante, invece, riconoscere che ogni persona adulta è responsabile delle proprie azioni e dell’investimento di energie che riversa nella coppia. Questo investimento, soprattutto, deve essere focalizzato sul mettere in campo le energie positive (che non devono mancare!).
Dopo il primo periodo di innamoramento, infatti, l’iniziale energia emotiva istintuale tende ad affievolirsi. Pertanto, è fondamentale bilanciare questa energia con l’impegno, per far funzionare le cose. Ciò ha lo scopo di mantenere le premesse necessarie per restare in connessione in modo emotivamente sicuro, per essere anche in grado di elaborare insieme i sentimenti difficili (di rabbia, ansia, risentimento, ecc).
Questo aspetto di condivisione del benessere non può essere alimentato da una persona sola che si fa in quattro per far funzionare le cose. Se si è in due, non è possibile che tutto o la maggior parte sia alimentato in senso positivo da una sola delle due persone.
Come mantenere i benefici?
In tutti i tentativi di cambiamento, la parte più difficile non è il cambiare ma il mantenere i cambiamenti. Prima di arrivare alla rottura definitiva, spesso le coppie hanno fatto tantissime esperienze di periodi di cambiamento positivo, scambiandosi numerose promesse che, tuttavia, alla lunga si sono sgretolate.
È normale che questo avvenga. Nella routine quotidiana, i cambiamenti tendono a durare poco, lasciando spazio alle vecchie abitudini. Come esseri umani, siamo altamente dipendenti dalle abitudini.
La cosa più assurda, tuttavia, è che nella maggior parte dei casi le persone riescono ad impegnarsi nelle relazioni che non sono intime. Spesso, con familiari diversi dal/dalla partner o con colleghi/e si riesce a regolarsi, per mantenere buone capacità comunicative e andare d’accordo. È assurdo, quindi, che non si riesca ad applicare le proprie buone capacità nella relazione più intima e importante.
Per questo, allo scopo di mantenere i benefici, entrambe le persone che formano la coppia devono impiegare tutta la loro intelligenza per trovare soluzioni atte a mantenere benefici. Se si arriva con un eccesso di nervosismo, perché qualcosa ha messo a dura prova la nostra pazienza, meglio imparare a comunicare il proprio malessere fuori, anziché sbottare a casa. La logica è la stessa dell’immondizia che tende a imputridire: si getta fuori casa, negli appositi spazi, e non la si conserva per lunghi periodi a casa.
Il successo è garantito?
Purtroppo no.
Il tentativo di far funzionare le cose, come molti aspetti della vita, non dà garanzie. Bisogna mettere in conto che a volte la coppia non riesce a recuperare.
Ci sono tre elementi, in particolare, che costituiscono un forte ostacolo per ristrutturare l’intesa di coppia: secondi fini; limite di resistenza emotiva; violenza.
Per ristrutturare l’intesa di coppia è fondamentale dialogare con una solida base di onestà affettiva. Quindi eventuali tentativi di recupero legati a secondi fini sono destinati a fallire, soprattutto nel caso in cui ci siano dietro relazioni “abusive” e nascoste. Il cercare di tenere buona l’altra persona mentre la si tradisce, è una strategia che non funziona.
Se si è tentato senza successo di riconnettersi per tanti anni, patendo troppo per il dolore, la relazione potrebbe essere troppo compromessa. Il dolore potrebbe essere troppo intenso. In questo caso, il distacco potrebbe essere la soluzione più funzionale.
Nelle situazioni dove c’è violenza (fisica, psicologica o economica), il distacco andrebbe considerato come la miglior soluzione possibile per entrambe le persone.